Progetto SAVE: la rivoluzione nel contrasto allo spreco alimentare parte da Messina
Dal Mercato Vascone agli allevamenti, il progetto SAVE unisce l’Italia e fa ripartire l’economia dando nuova vita all’ortofrutta scartata.
Ogni anno grandi quantità di alimenti vengono sprecati. Secondo la FAO, sono 1,3 miliardi le tonnellate di cibo che nel mondo annualmente vengono sprecate, un terzo della produzione destinata al consumo dell’uomo. Nella sola Europa, per l’European Food Information Council, 180 kg pro capite annuo.
Il cibo viene sprecato in tutte le fasi della filiera alimentare: produttori, distributori, venditori all’ingrosso e al dettaglio, ristoratori e consumatori. Tra le cause, nei paesi industrializzati, la mancanza di adeguata assistenza e qualche imperfezione di sistema. Soprattutto nella fase di vendita; un’offerta continua di merce produce eccedenze non utilizzabili, mentre il consumatore tende a sovrastimare il proprio fabbisogno acquistando ed immagazzinando scorte, che se non correttamente gestite, finiscono con il produrre gli sprechi alimentari.
Da queste premesse nasce SAVE, progetto di ricerca finanziato dal Miur nell’ambito del programma Smart Cities, che mira alla creazione di un sistema intelligente per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica della filiera alimentare. Obiettivo: valorizzazione energetica degli scarti biologici di produzione, la riduzione degli sprechi del sistema distributivo e dei consumatori e l’utilizzo alternativo degli sprechi residui come prodotti per l’industria zootecnica e agroalimentare.
In altri termini il recupero del cibo scaduto o scartato e la trasformazione da rifiuto in risorsa per altri fini, in particolare mangimi e concimi. Non solo; tra gli obiettivi gli impegni di educazione al consumo delle famiglie (gestione acquisti e dei rifiuti) e per l’ausilio alle strutture ricettive (gestione degli scarti). Organizzazione delle raccolte e l’implementazione di sistemi per la gestione del rifiuto.
Partner del progetto il Comune di Messina, che insieme a Messinambiente, ha attivato la sperimentazione del progetto presso il Mercato Vascone. Qui la frutta e gli ortaggi scartati, non più utilizzabili per l’alimentazione umana ed il commercio, vengono raccolti, selezionati e successivamente utilizzati come cibo per animali, fertilizzanti o per altri scopi industriali.
Gli studi svolti dall’Università di Messina, partner del progetto, mostrano come i prodotti ortofrutticoli sotto il punto di vista chimico, fisico, microbiologico e parassitologo siano in realtà una buona fonte di proteine grazie ad un supplemento di fibra, vitamine e minerali. Aumentando notevolmente il livello di protezione della salute umana e della sicurezza alimentare sulle carni.
Il gruppo Fiorino Despar, da parte sua, è soggetto proponente del progetto Save per l’eliminazione degli scarti dai banconi dei supermercati con un rinnovamento impegno nella sensibilizzazione e la corretta gestione delle risorse contro lo spreco alimentare.