Tradizioni Santa Lucia
Nel nostro Bel Paese il periodo pre-natalizio porta sempre con se aria di magia e di festa, grazie alla diffusione dei numerosi mercatini di Natale in tutta la penisola e all’osservanza di tradizioni radicate nella nostra cultura.
Proprio di tradizioni si parla infatti con l’avvicinarsi della festività di Santa Lucia (13 Dicembre). Ma chi è Santa Lucia?
Secondo la cultura popolare, la storia di Santa Lucia narra le vicende di una ragazzina bellissima, nata a Siracusa e vissuta nel periodo dell’imperatore romano Diocleziano, a cavallo tra gli anni Duecento e Trecento. Lucia ha dedicato la vita ad aiutare i poveri, e li andava a cercare nelle catacombe con una lanterna in bilico sopra la fronte in groppa ad un asinello. Proprio per questo è considerata, tra le altre cose, come la protettrice della vista.
Ma quali sono le tradizioni di Santa Lucia? Andiamole a scoprire…
Non c’è da stupirsi che la celebrazione più sentita e partecipata della festa di Santa Lucia sia proprio a Siracusa, la città che le ha regalato i natali. Qui, i festeggiamenti durano una settimana intera.
Processioni religiose in costumi tradizionali, momenti di solidarietà con i meno fortunati e gli ammalati, e piccoli gesti commemorativi. Tra questi, il più singolare è sicuramente la preparazione di tozze di pane a forma di occhio, poi vengono condivise in banchetto per scongiurare le malattie oculari.
In tutta la Sicilia, il 13 dicembre, non si mangia pane e pasta… ecco perché:
Alla santa si attribuisce la fine di ben due carestie a Palermo e a Siracusa e ciò ha dato inizio all’usanza di non consumare derivati della farina di frumento nel giorno della festa per ringraziamento, ma piuttosto ceci o riso nelle pietanze più disparate. Perciò il 13 Dicembre è il giorno dei rustici, i celeberrimi arancini (o arancine!) in ogni varietà e le panelle ricavate dai ceci, ma anche dei dolci come la cuccìa, a base di grano non molato. È il giorno in cui ci si può riunire nella pace e mangiare assieme in vista del periodo natalizio propriamente detto.
La luce nuova si avvicina e nutrirà la sperata prosperità della nuova annata. Porta del Natale e dunque dell’anno nuovo, questa festa è imitata e addirittura magnificata in altre parti del mondo, ma può e deve per noi Siciliani essere una festa nazionale, celebrazione del legame fra il nostro popolo e la candida fanciulla che reca le spighe di grano, che ha molti nomi e una sola essenza.
Insomma, una festa davvero universale!