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Storia dello stoccafisso a ghiotta

Il pesce stocco a ghiotta alla messinese (o "stoccafisso alla ghiotta"), piatto tradizionale della cucina siciliana, ed in particolare della città di Messina, è una ricetta ricca e saporita, che esalta il gusto dello stoccafisso, ossia il merluzzo essiccato, cucinato in un sugo di pomodoro insieme a ingredienti tipici del Mediterraneo.

Profondamente radicato nella tradizione popolare messinese, dove è considerato uno dei piatti simbolo della cucina locale, lo stoccafisso, importato dai paesi nordici, è entrato a far parte della dieta dei messinesi secoli fa, in particolare grazie agli scambi commerciali tra la Sicilia e i paesi scandinavi, tra cui, in particolar modo, la Norvegia.

Questo pesce, infatti, appositamente essiccato per garantirne una lunga conservazione, si adattava perfettamente alle esigenze di una cucina povera ma creativa, tipica delle classi popolari siciliane.

Origini e diffusione dello stoccafisso a Messina

Lo stoccafisso cominciò ad arrivare in Sicilia intorno al XV secolo, grazie ai commerci con i paesi nordici, soprattutto durante l’epoca della dominazione aragonese e successivamente spagnola.

Messina, con il suo porto strategico, divenne un punto centrale per la distribuzione dello stoccafisso in tutta l’isola.

In una città dove il pesce fresco era abbondante ma non sempre accessibile ai ceti più poveri, lo stoccafisso (più economico e facile da conservare) diventò una risorsa fondamentale. I messinesi, con la loro maestria culinaria, trasformarono questo ingrediente semplice in un piatto ricco di sapore, adattandolo al gusto locale con l'aggiunta di ingredienti come olive, capperi, pomodori, patate e sedano.

La preparazione "a ghiotta" (termine che in dialetto significa "abbondante" o "gustosa") è un esempio perfetto dell’arte di combinare sapori tipici del Mediterraneo in un piatto unico e completo. La ghiotta di pesce stocco divenne così un piatto tradizionale, preparato soprattutto nelle giornate di festa o nei giorni di magro imposti dalla religione cattolica, come la Vigilia di Natale o il Venerdì Santo.

La "Putia di Don Fanu"

La storia dello stoccafisso a Messina è legata anche alle botteghe popolari dove si cucinava e si vendeva questo piatto, e tra queste una delle più famose è senza dubbio la "Putia di Don Fanu". Don Fanu (Francesco Arena) era un oste messinese che divenne celebre per la sua abilità nel cucinare e servire il pesce stocco a ghiotta. La sua putia (bottega) era un punto di riferimento per i messinesi che volevano gustare il piatto tradizionale in un ambiente semplice ma genuino.

Don Fanu non si limitava a cucinare e servire il pesce stocco; lo commerciava anche, facendolo arrivare dai mercati e rendendolo accessibile a chi voleva prepararlo a casa.

La sua bottega era situata in una zona centrale di Messina e divenne una sorta di istituzione.

La fama di Don Fanu derivava non solo dalla qualità del suo pesce stocco, ma anche dall'atmosfera che si respirava nella sua putia, dove i clienti si fermavano non solo per mangiare ma anche per chiacchierare, scambiare notizie e vivere un momento di convivialità.

Legame con la tradizione popolare

La "Putia di Don Fanu" e altre botteghe simili erano parte integrante della vita quotidiana e culturale di Messina

 In queste botteghe si rifletteva il legame profondo dei messinesi con la loro cucina, un legame che trascendeva il semplice nutrirsi per diventare un atto sociale e culturale.

Ancora oggi, la tradizione della ghiotta di pesce stocco viene tramandata di generazione in generazione, e il piatto continua a essere un simbolo di identità per i messinesi, servito nelle case, nelle trattorie e nei ristoranti della città.

Anche se la "Putia di Don Fanu" appartiene al passato, il suo ricordo vive nella memoria collettiva della città, come simbolo di una Messina autentica e legata alle sue radici. In suo onore, molte famiglie messinesi continuano a preparare il pesce stocco "come si faceva una volta", mantenendo viva questa straordinaria tradizione gastronomica.

Ingredienti principali

Stoccafisso: il protagonista del piatto, ammollato e ben pulito.

Patate: tagliate a pezzi, che assorbono il sapore del sugo.

Pomodori pelati o passata di pomodoro.

Sedano, cipolla e olive verdi: usati per il soffritto e per arricchire il gusto.

Capperi: spesso quelli di Pantelleria, che aggiungono un tocco salino.

Pinoli e uvetta (opzionali): danno un sapore agrodolce tipico della cucina siciliana.

Olio extravergine di oliva, sale, pepe e prezzemolo.

Preparazione

Preparare lo stoccafisso: dopo l'ammollo (che richiede diversi giorni), lo stoccafisso viene tagliato a pezzi.

Soffritto: si fa un soffritto con cipolla, sedano e olio d'oliva.

Aggiunta degli ingredienti: si uniscono pomodori, olive, capperi, pinoli e uvetta, lasciando cuocere per creare un sugo ricco e aromatico.

Cottura del pesce e delle patate: i pezzi di stoccafisso e le patate vengono aggiunti al sugo e lasciati cuocere lentamente, così che i sapori si amalgamino bene.

Servizio: il piatto viene servito caldo, spesso accompagnato da pane per gustare il sugo.

Caratteristiche

Questo piatto racchiude i sapori intensi della tradizione messinese ed è considerato un simbolo della cucina locale. Viene spesso preparato in occasioni speciali o festività, ma anche nella quotidianità come piatto unico grazie alla sua completezza e ricchezza di sapori.

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